La mobilità sta cambiando. I tre fattori principali sono l’aumento demografico nelle aree urbane, lo sviluppo tecnologico e lo sguardo sempre più rivolto alla sostenibilità e al rispetto ambientale.
Per smart mobility si intende un sistema costituito da diverse e nuove forme di trasporto integrate fra loro e con l’ambiente circostante. L’obiettivo è quello di ottimizzare i flussi di mobilità rendendoli più efficienti, green e sicuri.
Le città utilizzano sensori, piattaforme di dati e software per gestire proprio le infrastrutture e i servizi di trasporto come un unico sistema coordinato. Per questo motivo il concetto di smart mobility si intreccia spesso con quello di smart city.
Sono questi i quattro pilastri della Smart Mobility, le tematiche che stanno animando gli studi e i dibattiti internazionali. Hanno messo d’accordo tutti sull’importanza che rivestono soprattutto nella definizione del presente, non solo tenendo conto delle specifiche evoluzioni tecnologiche ma anche economiche, culturali, sociali e infrastrutturali che coinvolgono direttamente o indirettamente le scelte di persone, aziende e istituzioni a livello globale.
La mobilità elettrica è senza dubbio al centro dell’attenzione da alcuni anni, per quanto riguarda la propulsione di veicoli tradizionali come auto e mezzi pubblici ma anche per aver dato vita a nuove forme di mobilità agili, personali o condivise (mobility-diversity). Oggi si è raggiunta una maturità tecnologica legata principalmente alla durata e all’affidabilità delle batterie che permette di mettere in atto modelli di trasporto mai visti prima.
Se parliamo di autonomia oggi, in ambito trasporto, è facile collegare immediatamente il pensiero all’auto a guida autonoma. È indubbiamente un concetto nuovo e futuristico, se avvicinato al mezzo che da sempre nella nostra cultura è stato sinonimo di trasporto personale e familiare, di libertà di muoversi quando e dove si voleva. Ma sistemi automatici di guida esistono già da tempo nel campo aerospaziale, ferroviario e navale, dove indubbiamente il contesto li rende più controllabili. La mobilità urbana, con la sua innata complessità di variabili, richiede un grande lavoro per garantire una piena sicurezza. L’intelligenza artificiale si è messa al servizio della guida; big data e modelli predittivi aiutano a ottimizzare la viabilità. La smart mobility richiede che i veicoli scambino informazioni tra loro e i fornitori di servizi e non potrebbe esistere senza infrastrutture di connettività per lo scambio dati. Per questo è importante la tematica del 5G.
Infine, la shared economy influenza ovviamente anche la mobilità.
Stiamo velocemente passando dall’era del possesso a quella dell’accesso
Nella nostra cultura sta diventando sempre meno importante possedere i veicoli per poterli invece usare in modo intelligente e risparmiando sui costi di acquisto, di manutenzione e sulle tassazioni.
L’arrivo del COVID-19 e la conseguente pandemia ci ha costretto a rivedere il nostro paradigma di abitudini riducendo la spinta alla mobilità condivisa e pubblica per il rischio di contagi.
La mobilità intelligente consente agli utenti di scegliere le opzioni di trasporto per ridurre al minimo i tempi di spostamento, limitare gli effetti della congestione e aumentare la sicurezza. Ma come si possono ottimizzare i trasporti e quali sono i vantaggi fondamentali?
La European Environment Agency stima che il trasporto su strada contribuisca a concentrazioni troppo elevate, pari al 70% circa per il biossido di azoto (NO2) e del 30% circa per il particolato (PM). Si stima che circa il 7% della popolazione urbana in Europa sia esposto a livelli di NO2 superiori al valore limite UE / OMS e che oltre tre quarti della popolazione urbana sia esposto a livelli di PM 2,5 che superano il valore indicativo dell’OMS.
È proprio per questo che diventa prioritario, accelerare la transizione globale verso sistemi di trasporto più puliti.
In questo senso il processo sembra avviato. Dallo studio Global Automotive Outlook presentato da AlixPartners al Forum Automotive di Milano a ottobre 2019 si nota come siano elevati gli investimenti delle case automobilistiche sull’elettrico. Ad esempio i motori a gasolio, che equipaggiavano il 50% delle vetture e dei veicoli commerciali leggeri, sono crollati al 36% (dato 2018) e si ridurranno al 10% nel 2030.
Nel 2023 le spese per la produzione di auto elettriche potranno raggiungere la soglia dei 200 miliardi di dollari, con un’offerta di modelli che potrà superare i 200. Il “green deal” pone degli obiettivi molto sfidanti e il ritardo nello sviluppo delle infrastrutture (Smart Grid) insieme agli effetti della pandemia, potranno comportare la riduzione dei volumi di vendita di auto. La riduzione o il ritardo della capacità di fare investimenti da parte degli OEM, potranno mettere in discussione il raggiungimento dei target stessi.
Intervista a Francesco de Nola, Technology Leader (dicembre 2020)
La e-car di XEV è realizzata con la logica dell’additive manufacturing e la carrozzeria è totalmente stampata in 3D. Teoresi, insieme a CO.MEC. S.p.A. e il family office Moschini S.p.A., è angel investor della start-up italiana.
Leggi la press releaseNon interessano le prestazioni ma la sua duttilità. Sarà infatti un piccolo mezzo dotato di un’autonomia e prestazioni sufficienti per muoversi con agilità in un contesto urbano, in un’ottica di car sharing e trasporto multimodale.
Diego Tornese – COO di TeoresiL’importanza delle infrastrutture di ricarica
L’ecosistema di infrastrutture elettriche per veicoli elettrici coinvolge vari attori.
- Charge Point Operators (CPO): gestione, manutenzione e funzionamento delle stazioni di ricarica.
- Proprietario della posizione di addebito: proprietario dello spazio fisico su cui si trova la stazione di ricarica.
- Fornitore di energia: ovvero il fornitore di energia elettrica per i punti di ricarica.
- Mobility Service Provider (MSP), con il quale il proprietario del veicolo elettrico ha un contratto di servizi. Solitamente si occupa di stringere relazioni e rapporti con gli altri attori rendendo trasparenti i servizi nei confronti degli utenti.
Oggi il livello raggiunto dalla robotica e dall’intelligenza artificiale sta rendendo possibile ciò che prima l’uomo immaginava nei racconti dei libri e nelle sceneggiature dei film: auto intelligenti che si muovono da sole da una destinazione a un’altra, permettendo ai viaggiatori di rilassarsi e svolgere altre attività.
Come per l’auto elettrica, anche in questo caso è lungo l’elenco di esperimenti e prototipi che hanno costellato la storia umana nell’intento di trasformare l’immaginario in realtà. Ne sono esempi concreti l’inserimento di tecnologie di assistenza alla guida (ADAS) già presenti sulle nostre autovetture: sistemi elettronici di frenata assistita, sistemi di gestione dei motori a combustione, sensori di prossimità per parcheggiare e per avvertirci di rallentare in presenza di ostacoli o pedoni.
Sono 5 i livelli di automazione definiti dalla SAE International (Society of Automotive Engineers).
I vantaggi e l’impatto sui mercati
Sicurezza | I veicoli a guida autonoma saranno in grado di analizzare l’ambiente circostante e prevedere eventi futuri. Una sempre maggiore consapevolezza dell’ambiente circostante ridurrà gli incidenti dovuti a errori umani fino al 90% |
Viabilità | In base ai dati raccolti da ricerche e statistiche i veicoli completamente autonomi saranno in grado di identificare blocchi stradali e ingorghi in base al traffico attuale riducendo le emissioni di carburanti fino al 60% e i tempi di viaggio fino al 27%. Inoltre è possibile ridurre il tempo di risposta umana di frenata e ripartenza. |
Parcheggi | Se le operazioni di parcheggio fossero gestite da veicoli autonomi, aumenterebbe la precisione e sarebbe possibile risparmiare spazio. |
Assicurazioni | Anche i modelli assicurativi dovrebbero necessariamente cambiare, non solo perché si ridurrebbero gli incidenti stradali ma anche perché sarebbero da rivedere i meccanismi di utilizzo di un veicolo, più legati al tempo reale di utilizzo rispetto ai comportamenti di guida della singola persona. |
Manutenzione | Come già accennato per la filiera del mondo elettrico, manutenere un veicolo autonomo sarà diverso perché saranno sempre più presenti hardware e software che applicheranno il concetto della manutenzione predittiva. |
Autotrasporti | È uno tra i primi settori che potrebbe essere rivoluzionato completamente, rendendo più affidabili camion e tir non gestiti da guidatori, che spesso hanno ritmi e carichi di lavoro insostenibili in quanto basati sulle consegne e non sugli orari di lavoro. |
Aerei, treni e autobus | L’avvento di automobili autonome potrebbe incidere parzialmente anche sui servizi utilizzati per la mobilità professionale, potendo volare a bordo ed evitando i tragitti verso stazioni e aeroporti. |
Ride-hayling e Ride-pooling | Aziende di servizi alternativi ai taxi come Uber e Lyft stanno investendo sulle auto autonome perché l’impiego di veicoli in continuo movimento, potendo ottimizzare tempi e spazi di percorrenza, consente un ulteriore risparmio di costi. |
Intervista a Paolo Bizzarri, Technology Development Manager (dicembre 2020)
Obiettivo sicurezza
Gli esperti di sicurezza alla guida prevedono che, quando la tecnologia senza conducente sarà matura e collaudata, le collisioni dovute oggi molto spesso ad errori umani, saranno notevolmente ridotte. Se il 90% delle auto negli Stati Uniti diventasse autonomo, ad esempio, si stima che si potrebbero evitare 25.000 vittime di incidenti stradali. (Fonte).
Chi ha guidato un’auto dotata di apparecchiature ADAS ha potuto apprezzare come la tecnologia possa rendere la guida più sicura, perché il sensore di prossimità ci ha avvertito di un ostacolo mentre eravamo distratti, oppure una frenata assistita ci ha permesso di controllare l’auto sul ghiaccio, evitando di uscire di strada. Eppure, nonostante i dati statistici e le previsioni confermino che un’auto totalmente autonoma possa ulteriormente migliorare la sicurezza dei passeggeri, sono emersi accesi dibattiti relativi all’etica e al modo in cui un’intelligenza artificiale fa le sue scelte. Inoltre c’è l’aspetto importantissimo legato alla cybersecurity.
Mai come in questo caso è importante che i sistemi di sicurezza siano a prova di hacking dall’esterno. Rispetto alla guida driverless emerge fiducia nei Paesi in forte crescita e invece molto scetticismo nei Paesi Occidentali dove, a discapito dei dati di proiezione sulla riduzione degli incidenti mortali con auto e infrastrutture automatizzate, si teme l’assenza del controllo umano consapevole.
La nuova sedia a rotelle intelligente potrà muoversi in maniera convenzionale, autonoma e anche con comandi da remoto. A.L.B.A. interagisce con le infrastrutture e può spostarsi tra i piani di un edificio, comunicando direttamente con gli ascensori: un sistema in grado di rivoluzionare in maniera concreta la vita dell’utente.
Scopri di più su ALBA-RobotCome abbiamo visto, il mondo dei trasporti sta attraversando un momento fortemente disruptive grazie all’integrazione di soluzioni innovative che consentono ai produttori di offrire sul mercato veicoli dotati di intelligenza artificiale, connessi in rete, in grado di muoversi in autonomia, ricchi di applicazioni dedicate, abilitati alla comunicazione V2V (Vehicle-to-Vehicle) e altro ancora.
Da diversi anni, i produttori di automobili e le istituzioni pubbliche sono alla ricerca di nuove modalità per migliorare la sicurezza stradale e gestire più efficacemente i flussi di traffico veicolare.
Tra i settori emergenti troviamo i sistemi di trasporto intelligenti cooperativi (cooperative intelligent transport systems, C-ITS) che consentono ai veicoli di interagire direttamente gli uni con gli altri e con l’infrastruttura stradale circostante. Questi sistemi comprendono la comunicazione veicolo-veicolo (V2V), la comunicazione veicolo-infrastruttura (V2I), la comunicazione infrastruttura-infrastruttura (I2I) e la comunicazione tra i veicoli e i pedoni o i ciclisti (vehicle-to-everything, V2X).
I vari sensori già disponibili su molti veicoli, come radar, videocamere e tachimetri, rilevano già le informazioni sulle distanze dagli oggetti circostanti e sulle loro velocità, ma la condivisione di informazioni dal veicolo a tutto ciò che lo circonda consente di conoscere anche le situazioni critiche relative al traffico e alle collisioni, in modo che il conducente dell’auto possa adottare le appropriate contromisure per evitare gli incidenti o inserirsi in un flusso di traffico più scorrevole.
Nel contempo è necessario prestare attenzione a possibili “effetti collaterali”, quali un sovraccarico di informazioni per i conducenti o maggiori rischi per la cybersicurezza e la privacy dovuti alla condivisione dei dati.
Intervista a Gianluca Toscano, Technology Leader Teoresi Group (dicembre 2020)
La shared-mobility è una strategia di trasporto che consente agli utenti di accedere ai servizi di trasporto secondo necessità e comprende una varietà di modalità di trasporto tra cui car sharing, bike sharing, ride-sharing peer-to-peer, servizi di guida su richiesta, microtransito e altre modalità.
CAR SHARING | Servizio di affitto breve di veicoli. Il servizio è fornito dal provider attraverso una rete all’interno di un’area geografica delimitata. Utilizzo tramite app. Station-based: Le auto sono parcheggiate in aree specifiche. Con la formula Round Trip il veicolo deve essere riportato alla base; con il One Way può essere lasciato in un’altra stazione. Free-floating: I veicoli possono essere presi su strada senza stazioni di noleggio Peer-to-peer: Servizio di noleggio tra privati attraverso una piattaforma che funge da intermediario Geolocalizzato: Sistema riservato a zone geografiche limitate o a specifiche comunità. |
RIDE SHARING | Servizio di mobilità basato sulla condivisione di un veicolo privato tra due o più persone che percorreranno lo stesso percorso. Non è considerata strettamente un’attività di business: la piattaforma intermediaria riceve una revenue minima. |
RIDE HAILING | Un viaggio richiesto da uno o più utenti che si concretizza in cambio del pagamento di tutte le attività del guidatore, oltre che per la disponibilità del mezzo. Il servizio può essere offerto da un provider o da utenti privati. |
e-HAILING | Il servizio riguarda le operazioni di prenotazione e le modalità di pagamento di un servizio di ride hailing e prevede che avvengano attraverso l’utilizzo di una piattaforma digitale. In particolare è dato per assodato l’utilizzo di e-wallet o carte digitali per il pagamento. |
BIKE AND SCOOTER SHARING | Noleggio breve di bici e moto distribuite in un’area geografica senza bisogno di personale. Il servizio è garantito in cambio di un fee costituito di solito da una cifra fissa più una variabile legata alla durata dell’utilizzo. Station-based: I veicoli sono piazzati in stazioni con un sistema di fissaggio e un sistema di sbloccaggio, tramite codice, carta magnetica o QR code. La riconsegna può avvenire anche in stazioni diverse da quella di noleggio. Free Floating: I veicoli hanno un sistema GPS e un sistema di blocco/sblocco; possono essere presi e lasciati liberamente tramite l’utilizzo di un’app. Peer to peer: Stesso principio del free floating ma il servizio è fornito da privati attraverso una piattaforma di condivisione. |
MICRO-MOBILITY | Mezzi come scooter elettrico, hoverboard e segway possono essere prenotati tramite app dedicate e sono dotati di GPS e QR code per lo sblocco. |
DRT | Il servizio DRT (Demand Responsive Transit) consente agli utenti privati di utilizzare mezzi abitualmente considerati pubblici, come gli autobus, per la mobilità personale. *Nella shared mobility sono inclusi anche il sistema di trasporto pubblico e il noleggio con conducente. |
La mobilità come servizio
L’introduzione di questi servizi ha impatto su molti settori di mercato e anche sulle amministrazioni pubbliche che oltre a siglare accordi con fornitori e partner si impegnano ad adeguare le infrastrutture pubbliche in tal senso. Il tutto per favorire quello che viene definito Mobility-as-a-Service (MaaS) ovvero integrare il più possibile servizi di trasporto pubblico e privato attraverso un gateway unificato che crea e gestisce il viaggio in modo personalizzato e che gli utenti possono fruire con un unico account.
Micromobilità
La smart mobility è il punto di partenza di un cambiamento culturale nella direzione della crowd-mobility, in cui l’utility del trasporto si sposa alla comodità della performance, della sicurezza e della velocità. Con l’obiettivo di abbreviare i tempi di spostamento, queste tecnologie uniscono comfort e funzionalità, soprattutto nella direzione della massima interazione uomo-mezzo.
Negli ultimi anni, prima negli Stati Uniti e poi in Europa, la micromobilità a due ruote sotto forma di biciclette, scooter e moto elettriche condivise è diventata onnipresente. Il successo è legato all’opportunità di trovare facilmente un veicolo a due ruote nelle vicinanze tramite un’app per smartphone e sempre grazie a questa sbloccarlo, utilizzarlo e pagarlo. Inoltre, la micromobilità è utile a colmare l’ultimo miglio, colmando il divario con i trasporti pubblici, evitando la congestione sperimentata dai veicoli a quattro ruote ed evitando il problema del parcheggio nelle grandi città.
In fondo non si tratta di mezzi nuovi ma grazie ai mezzi tecnologici e all’organizzazione in servizi sono diventati più efficaci, migliorando la qualità della vita, riducendo la congestione delle strade e migliorando la qualità dell’aria, senza la necessità di grandi investimenti in infrastrutture.
La mobile-diversity
Georges Amar è un Docente di design e innovazione all’École de Mines ParisTech, direttore Ricerca e Sviluppo di RATP | Régie autonome des transports parisiens e autore del libro “Homo Mobilis” (FYP Editions). Si deve a lui l’idea dello sviluppo di una mobilità strettamente connessa alla biodiversità e al cambiamento antropologico dei comportamenti umani.
Prima di tutto, sostiene Amar, c’è l’idea della velocità degli spostamenti che si lega a quella della capitalizzazione del tempo. Un buon sistema di trasporto, progettato per offrire servizi intelligenti agli utenti, è un sistema che permette di guadagnare tempo e di “abitare” la mobilità piuttosto che subirla. Essere mobili significa abbandonare la tensione dello spostamento come tempo morto ed entrare in uno spazio concepito per permettere alle persone di svolgere al meglio altre attività: dormire, lavorare, imparare, leggere, rilassarsi. Georges Amar introduce il tema della walkable city, un ecosistema in cui il design del mezzo di trasporto si accorda armonicamente con lo spazio fruibile e vivibile di una città, a supporto e valorizzazione della complessità della dimensione motoria degli esseri umani.
Fra dieci anni il nostro posto di lavoro sarà veramente un posto? Occorre inventare parole nuove per descrivere la nostrà civiltà in movimento
Georges AmarLa walkable city è una città costituita di luoghi mobili, che si riferisce in modo efficace alle necessità di un utente, oggi più che mai, di cambiare modalità di spostamento e trasporto più volte nell’arco della stessa giornata. Luoghi in cui le funzioni e le attività collaterali possono essere svolte con facilità e senza preoccupazione. A rendere possibile la città mobile è l’integrazione di diversi aspetti del design, dall’architettura alle infrastrutture, dai mezzi di trasporto ai sistemi interconnessi. Il luogo mobile asseconda le esigenze degli utenti garantendo la massima soddisfazione, fornendo strumenti per la migliore esplorazione. Il movimento è una relazione, il che implica un’evoluzione della concezione di mobilità efficiente come semplice spostamento da un punto A a un punto B. Oggi spostarsi è sinonimo di conoscenza. E conoscere implica un rapporto amichevole tra movimento e luogo, oltre che un modo di connettersi agli altri, al Paese in cui ci si trova. Ne fanno parte le soluzioni di mobilità elettrica cittadini come le funzioni intelligenti di connettività degli spazi urbani. In questo scenario la multi-modalità dei trasporti è l’orizzonte a cui tendere.
Abbiamo visto che la Smart mobility ha una serie di fondamenti che possiamo riassumere in sostenibilità, sicurezza ed efficienza.
Risulta chiaro che a fronte degli impatti del COVID-19 sull’intera società, non sono più sufficienti questi fondamenti ma va aggiunto il tema dell’In – health.
Il futuro della mobilità infatti non può essere compreso e implementato senza tenere conto di aspetti quali il distanziamento fisico e la sanificazione. Temi questi di particolare rilievo quando si pensa sia al trasporto pubblico sia al tema della shared mobility. Gli operatori che si muovono sul mercato dovranno quindi riconsiderare la propria offerta di servizi, garantendo agli utenti il livello atteso di sicurezza.
Come cambia la mobilità in caso di pandemia?
Questo è un quesito molto importante che vede istituzioni, centri di ricerca e imprese uniti per far fronte all’emergenza del post-pandemia.
In alcuni settori della mobilità si sono riscontrati problemi ingenti di crollo della domanda. Se pensiamo, ad esempio, al car e ride sharing, come dimostra l’urgente e immediato ridimensionamento di Uber e altri operatori specializzati, la condivisione di vetture e di corse pone problemi importanti di esposizione al contagio. Una situazione che rischia di compromettere gli sforzi intrapresi fino ad ora per cambiare il modello di mobilità urbana a favore dei motori elettrici, così importanti per il riequilibrio della qualità del clima nelle nostre città.
Allo stesso tempo, gli enti pubblici lavorano per individuare soluzioni di mobilità in grado di contenere i rischi e di garantire il distanziamento sociale, anche per mezzo di un uso più strategico dei dati, come nel caso del controllo e della gestione dei flussi. Al centro del dibattito sembrano, quindi, essere stati già delineati i temi principali: la sanificazione dei mezzi utilizzati per il trasporto, l’ingegnerizzazione della viabilità su criteri di sicurezza ed efficacia, l’analisi e il controllo delle funzioni mediante il trattamento di dati sensibili.
In Italia, il Ministero dello Sviluppo Economico e l’Agenzia per l’Italia Digitale hanno lanciato il primo bando governativo sulla smart mobility, che si inserisce nell’ambito del Programma Smarter Italy, con l’idea di raccogliere e sostenere idee e start up per soluzioni all’avanguardia che sfruttino le tecnologie per offrire servizi intelligenti, utili, innovativi.
Nel frattempo il mondo in pandemia sta sperimentando lo smart working che ha permesso per molte professionalità di continuare a lavorare e rimanere in contatto con colleghi, fornitori e clienti.
La situazione d’emergenza ha dato modo di comprendere come nei prossimi anni potrà cambiare il nostro stile di vita professionale e privato. Per molte professionalità infatti è possibile continuare a lavorare da remoto ripopolando centri abitati al di fuori delle metropoli e alcune attività commerciali legate alle grandi sedi lavorative stanno già riconvertendo i loro servizi, come ad esempio le mense aziendali che recapitano pasti a domicilio.
HYPERLOOP – I mezzi di trasporto del futuro
Alcune teorie, relative al mondo della mobilità, sono diventate il simbolo di una prossima rivoluzione culturale.
Uno dei grandi profeti di questa trasformazione futuribile e human centred è senza dubbio Elon Musk, fondatore di Tesla, ad oggi considerato uno dei massimi esperti della trasformazione dell’industria del trasporto civile. Musk, già pioniere del motore elettrico, oggi lavora su ambiziosi progetti. Il più noto è senza dubbio Hyperloop. Questo progetto anticipa quello che ci porterà il progresso nei prossimi anni ed è tra quelli più affascinanti e realizzabili, anche perché sono già stati fatti i primi test e la fase prototipale è avanzata.
Nato inizialmente per creare una linea di collegamento tra Los Angeles e San Francisco, un tragitto di oltre 600 km e quasi 6 ore di macchina da poter coprire in appena 35 minuti di treno ad alta velocità, ha il merito di aver introdotto un dibattito sulla strategia vactrain (vacuum train, treno in assenza d’aria). Questa scelta necessita della costruzione di speciali linee di trasporto Magnetic Levitation all’interno di un tunnel in cui viene appositamente creato un ambiente a bassissima pressione per la conduzione di un veicolo alimentato a motore elettrico.
Nel luglio 2019 Bibop Gresta, già co-fondatore di HyperloopTT, annuncia di voler presentare studi di fattibilità per il trasporto in Italia, mostrando le potenzialità del sistema tecnologico.Sul piatto viene messa una velocità supersonica di 1223 km/h, la possibilità di “unire Milano e Bologna in soli 9 minuti“.Grazie a un complesso sistema di energia rinnovabile il sistema Hyperloop Italia è in grado di produrre più energia di quella che consuma.Inutile dire che, in linea con le visioni del fondatore, le capsule di trasporto sono progettate per offrire il massimo comfort in termini di comodità e strumenti, tra cui figurano, come è naturale per un tecnologo, le più moderne tecnologie.